Pizzo calabro, un incantevole borgo pieno di meraviglie
Categories Calabria, Dintorni, Home, Prodotto tipici, TradizioniOrmai,si sa, noi del Sambalon amiamo vedervi gironzolare per il campeggio, vedervi rilassati sotto l’ombrellone o impegnati in un torneo di carte all’ombra del beach bar. Ma amiamo ancor di più che voi scopriate e vi innamoriate della nostra costa e della nostra Calabria.
Se avete pochi giorni a disposizione, se avete difficoltà a spostarvi o il villaggio vi ha completamente risucchiato e avete deciso di fare solo un paio di uscite, ecco che oltre all’immancabile Tropea non potete trascurare la caratteristica Pizzo Calabro.
Per il tartufo? Certo, anche per quello. Ma non solo…
Partiamo dal nome, Pizzo, “Lu Pizzu” in dialetto calabrese, che richiama proprio qualcosa di appuntito, un punto sporgente, andando così a spiegare perfettamente la sua conformazione, quella di promontorio tufaceo a picco sul mare. Èproprio su di esso, infatti, che si arrocca la pittoresca cittadina.
Nonostantela tradizione tramandi che la sua fondazione sia avvenuta da parte del capo di una comunità di focesi scampati alla caduta di Troia, Napeto (da qui “napitini”, nome con cui spesso vengono chiamati i suoi abitanti), le più importanti tracce storiche si ravvisano tutt’ora nel Castello Aragonese.
In pieno centro storico, infatti, risalta il forte fatto costruire da Ferdinando I d’Aragona nel 1492, meglio conosciuto come Castello Murat, poiché nel 1815 fu tenuto prigioniero e condannato a morte il re di Napoli e cognato di Napoleone, Gioacchino Murat, le cui spoglie si conservano nella vicina chiesa di San Giorgio.
Cenni storici a parte, il borghetto di Pizzo vi conquisterà per i vicoletti che si diramano dalla piazza principale, Piazza della Repubblica, pieni di negozietti di souvenir e di prodotti tipici e per le istantanee che potrete catturare sbirciando un po’ tra una stradina e un’altra, tra una romantica scaletta e un’altra, dove si può osservare la vita del paese, incorniciata da pittoreschi panni stesi al sole, balconcini fioriti e anziani seduti all’ombra al di fuori delle proprie case.
Ritornando in piazza sarete sicuramente indecisi su quale bar scegliere per mangiare il famoso tartufo: delizioso gelato artigianale, preparato abilmente dai maestri gelatai locali e rigorosamente modellato sul palmo della mano.
Oggi lo troverete in mille declinazioni, per tutti i gusti, dal pistacchio al caffè, dal limone alla liquirizia, ma l’originale, la cui nascita risale al 1952, consiste in due palline di eccezionale gelato alla nocciola, un cuore morbido di cioccolato fondente fuso e una spolverata di cacao e zucchero, tocco finale in grado di creare un contrasto dolce e amaro allo stesso tempo. Ormai è conosciuto e rinomato in tutto il mondo ed è infatti stato il primo gelato in Europa ad aver ottenuto il meritatissimo marchio IGP.
Dopo esservi rifocillati, rimanendo nella parte alta della cittadina, lasciatevi sedurre dallo splendido panorama osservabile dal cosiddetto “spunduni”, una balconata la cui parte centrale è appuntita ed è protesa sul mare sottostante. Da qui si può ammirare il susseguirsi della costa, avvolta dai color caldi e suggestivi del cielo e del mare. E se sarete lì all’ora del tramonto sarà tutto più magico, ne rimarrete incantati, un po’ come la bellissima scultura che potrete osservare voltando lo sguardo verso sinistra.
È il “pensatore” o “collezionista di venti”, opera creata per Pizzo dal giovanissimo e bravissimo artista milanese Edoardo Tresoldi, che raffigura un uomo tutto assorto nella contemplazione del panorama, un uomo che lascia che il suo sguardo e i suoi pensieri si spingano fino e oltre l’orizzonte e alle non lontane isole Eolie, così come probabilmente succederà anche a voi nello stesso momento…
Attraverso le scalette e le discesine che si irradiano dal centro, potete poi raggiungere il lungomare, la passeggiata è molto piacevole e se sarete lì in serata, noterete un bel movimento di turisti e pizzitani, che si godono l’arietta e la compagnia, magari sorseggiando un drink preparato in uno dei tanti localini che si trovano ai lati della strada.
Prima di concludere questa gitarella a Pizzo, un’ultima tappa va fatta in un altro luogo unico per la sua posizione davanti al mare, per la sua particolarissima bellezza e per la sua affascinate storia: la chiesetta di Piedigrotta, situata a 1km circa dal centro. Si tratta di una piccola chiesa scavata interamente nel tufo al cui interno vi sono diversi gruppi scultorei anch’essi in tufo.
La leggenda narra che, verso la fine del 1600, una violenta tempesta colpì un veliero con a bordo dei marinai di Torre del Greco, essi, spaventati per la loro sorte, in cambio della propria salvezza, fecero voto di erigere una cappella votiva alla Madonna di Piedigrotta, il cui quadro si trovava nella cabina del comandante.
La nave andò in pezzi, ma il quadro si salvò e, come promesso, i marinai scavarono nella roccia una piccola cappella votiva per depositare l’immagine della Madonna proprio lì dove il veliero era naufragato. Più volte per paura che il mare se lo portasse via, i pescatori locali spostarono e custodirono il quadro in un anfratto più riparato, e più volte il mare lo riportò dove era stato trovatola prima volta.
La storia continua poi fino al 1880 circa, periodo in cui un artista locale, decise di ingrandire la grotta e di inserire negli ambienti scavati le statue rappresentanti la vita di Gesù e dei Santi.
L’opera fu proseguita poi dal figlio, che dedicò 40 anni della sua vita per completarla, scolpendo gruppi di statue, capitelli con angeli, bassorilievi con scene sacre e affreschi.
La chiesetta, di per sé suggestiva a tutte le ore del giorno, risulta caratterizzata da un’atmosfera quasi surreale durante il pomeriggio, quando i raggi del sole penetrano nelle profondità delle grotte mettendo in risalto le colorazioni dei sali minerali che ricoprono le pareti.
Dopo questo breve assaggio della città napitina, speriamo di avervi convinto a percorrere quei 15 km che la separano dal Sambalon…
Se non fosse così e se l’unico assaggio che vi interessa è quello del tartufo…beh, allora vi aspettiamo al beach bar o al ristorante, dove non ve lo faremo mancare e dove vi consiglieremo il prossimo gusto da assaggiare!